Nel 2015 ho visto da lontano avvicinarsi “l’onda” rivoluzionaria del fintech. Ho sempre ritenuto che uno Stato che voglia mantenere, o meglio accrescere, il benessere della collettività debba governare il cambiamento ripensando anche al modello di sviluppo, alle politiche industriali, di fronte alla nascita di nuovi settori, nuovi lavori, nuovi modelli di servizio. In tale prospettiva bisogna assicurarsi che l’azione innovatrice e, in alcuni casi distruttrice, delle nuove tecnologie finanziarie non riproponga i disequilibri, le strettoie concorrenziali e gli abusi di posizione attuali, mutando solo i soggetti che possono goderne, ma assicurare che i “dividendi” dell’innovazione tecnologica siano fruiti da una platea sempre più vasta di cittadini. Occorre, cioè, sfruttare le energie formidabili delle nuove tecnologie come motore non per una mera redistribuzione di rendite di posizione o una sostituzione di vecchie con nuove elites, ma per ampliare il benessere delle persone, favorire l’inclusione, che non può essere solo finanziaria, ma deve divenire sociale, politica e umana. Proprio per questo Assofintech si pone l’obiettivo di contribuire a fare della nostra Italia una nazione Fintech Friendly facilitando l’incontro tra i componenti l’ecosistema, erogando servizi di educazione finanziaria, formazione ed informazione e collaborando con le Istituzioni ed i legislatori affinché ci si possa dotare di una normativa che riconosca e dia dignità al mondo fintech.
Sebastiano Barbanti